MAIA...un sogno da vivere: Da Levanzo a Marettimo e poi prua su Pantelleria

Dopo aver indugiato a lungo a Levanzo, salpiamo per percorrere le poche miglia che ci separano da Marettimo, dove avevamo deciso di scendere un'ultima volta a terra per concederci un'altra granita succulenta con brioche e, perché no, anche una bella cenetta, il tutto dopo aver prima preparato la barca per affrontare i 30 nodi di bolina per raggiungere l'isola di Pantelleria...sud pieno, forza 5/6, onde 2/3 mt., rotta per 180°...proprio in faccia, quando si dice la fortuna...partenza programmata alle ore 3 del mattino, poi rimandata alle 5.30, causa ammutinamento della ciurma che non voleva saperne di alzarsi così presto dopo i bagordi notturni (colpita da mal di mare prima ancora di salpare)...salvo poi doversi alzare per forza perché il porto di Marettimo è esposto al vento di sud / sud est...logica conseguenza, un mare formato che entrava diretto in porto, la barca che, nonostante due cime di ormeggio a poppa e due spring in banchina, rollava come una lavatrice di vecchia generazione durante la centrifuga...risultato, ben 2 cime, utilizzate come spring, entrambe da 12 mm e 12 legnoli (per i non addetti ai lavori, trattasi del numero di trefoli in nilon o altro materiale utilizzati per comporre una cima d'ormeggio) letteralmente spezzate come fuscelli (alla faccia delle cime di ultimo grido !!!). Di certo ha contribuito non poco anche alla posizione infelice del nostro ormeggio (eravamo ormeggiati all'inglese sull'unica banchina non a pagamento, quella dei traghetti). Uscirne alla mattina salvando capra e cavoli (ossia barca ed equipaggio) non è stato di certo banale, col vento e il mare che ci schiacciavano contro la banchina...è proprio vero che in certi casi si è più sicuri in mare anziché in porto...N.B. che spettacolo vedere i bambini giocare e nuotare sulle ali dell'aliscafo ormeggiato a Marettimo prima della partenza!