Presi dai preparativi per la partenza e dalla gioia per l'imminente navigazione, abbiamo dimenticato di iniziare questo blog presentando la vera protagonista, MAIA, il suo equipaggio e di raccontare i mesi trascorsi in cantiere a Cagliari per prepararla alle future navigazioni d'altura per le quali è stata pensata, costruita e acquistata.
MAIA è uno Zuanelli Z401 (4 unità prodotte sinora), progetto del 1996 del famoso studio di architettura navale Sparkman & Stephens, varata nel 1998, categoria A - alto mare, pozzetto centrale, scafo e coperta in vetroresina; lunghezza fuori tutto: m 12.70; lunghezza dello scafo: m 11.98; lunghezza dinamica: m 10.90; lunghezza al galleggiamento: m 10.35; larghezza dello scafo max: m 3.90; larghezza al galleggiamento: m 3.60; immersione: m 1.95; superficie velica: mq 92; volume immerso m. cubi 8.78; dislocamento a pieno carico: t 9.00; zavorra (piombo): t 3.60
Il cantiere Zuanelli, fondato da Pietro Zuanelli, nasce a Padenghe sul Garda (BS), poco distante da Desenzano, dove si trovano anche i capannoni, al coperto dei quali, oltre ai numerosi nidi di rondini,
che rendono l'atmosfera serena e piacevole, vedono i propri natali, trovano riparo e amorevoli cure le barche, forse tra le più
belle e meglio costruite che la cantieristica mediterranea sia
oggi in grado di offrire: i velieri di Zuanelli, sei modelli da
30 a 50 piedi, costruiti su disegno di Sparkman & Stephens,
Roberto Starkel e Alain Jazekel. L'azienda è ora gestita da Mario Zuanelli, figlio di Pietro, che si può definire
il cantautore, il poeta delle proprie barche. Non si devono però scordare le maestranze, in particolar
modo i carpentieri, che, partendo da un tronco di teak o di ciliegio
sono in grado di creare un oggetto d'arte. Mario Zuanelli infatti
non cessa di ripetere di essere un grande amante della vetroresina,
ma limitatamente al suo utilizzo quale materiale per costruire
scafi e coperte, tutto il resto deve essere realizzato in pregiate
essenze di legno. Tutte le barche Zuanelli sono custom made e non ne vengono costruite più di due o al massimo
tre l'anno. A Padenghe tutta la vetroresina
è lavorata in casa, in un apposito capannone a temperatura
controllata. Gli scafi, una volta estratti dallo stampo, vengono
trasferiti in un altro capannone, dove si procede al montaggio
delle paratie (strutturali e resinate allo scafo/coperta) e le
coperte, opportunamente sigillate, sono saldamente avvitate con
bulloni passanti a distanza ravvicinata (uno ogni 10 centimetri)
sulla larga flangia ricavata nello stampo dello scafo. Come se
ciò non bastasse, la giunzione scafo/coperta viene tutta
"fazzolettata", lavoro che per una imbarcazione di 40'
impegna due artigiani per una intera settimana. I bulbi alari a profilo NACA sono realizzati in fusione di piombo
al 4,5% di antimonio, sono fissati agli scafi tramite i loro prigionieri
annegati, con dadi, controdadi e contropiastre su una struttura
armata in chiglia. Gli skeg sono strutturali e armati, i timoni
hanno anima e losca in bronzo, tutti i passascafi e le prese a mare sono
in bronzo marino. L'impianto elettrico, con il quadro e tutti i cablaggi
è progettato e controllato dallo studio dell'ing. Davide
Zerbinati.
MAIA è stata acquistata nel 2010 proprio a Padenghe, dove è stata anche sottoposta a diversi lavori per riportarla al suo originario splendore, apportandone anche alcune migliorie, tra cui il rollbar d'acciaio installato sul pulpito di poppa dove hanno trovato posto due pannelli solari monocristallini da 80 watt ciascuno.
Veniamo ora all'equipaggio, cominciando da Costantino, 46 anni, originario di Roma ma sardo, inizialmente per lavoro e poi per amore di un'isola davvero speciale; prima impegnato tra le nuvole, ora, invece, si muove agile tra le onde e il vento.
MAIA è stata acquistata nel 2010 proprio a Padenghe, dove è stata anche sottoposta a diversi lavori per riportarla al suo originario splendore, apportandone anche alcune migliorie, tra cui il rollbar d'acciaio installato sul pulpito di poppa dove hanno trovato posto due pannelli solari monocristallini da 80 watt ciascuno.
Veniamo ora all'equipaggio, cominciando da Costantino, 46 anni, originario di Roma ma sardo, inizialmente per lavoro e poi per amore di un'isola davvero speciale; prima impegnato tra le nuvole, ora, invece, si muove agile tra le onde e il vento.
Tante cose lo accomunano al comandante, l'estrema sensibilità innata, la gentilezza, moltissime idee e pensieri sulla vita, la società e i sentimenti ma, quello che forse li lega di più, è un grande sogno, fatto di libertà, vento, mare, orizzonti infiniti, assenza di tempo e di spazio...forse, parafrasando il testo di una famosa canzone di F. De Andrè, si potrebbe dire: "per la stessa ragione del viaggio, viaggiare".
Il comandante è un inguaribile sognatore che ama la libertà, la sincerità, le persone "vere", il mare, le isole e gli spazi infiniti...
Due sognatori, un sogno in comune e una splendida barca a vela...Si sono conosciuti per caso sul pontile del Marina di Sant'Elmo a Cagliari e si sono subito trovati...empatia o alchimia? Costantino, armatore di un'altrettanto splendida barca, Sayr, un Cat 32, anno 1974, nata dalla matita di Valicelli, portato a compimento da Carlo Alberto Tiberio e costruita nel famoso cantiere Artemare di Latina, barca molto marina e dolce sull'onda, passeggiava sul pontile e mentre stava ammirando Maia ha chiesto lumi su Maia e da lì è nata una grande amicizia, fatta di condivisione di pensieri e sogni comuni.
Ora non resta altro che raccontare i lunghi mesi trascorsi in cantiere a Cagliari per preparare al meglio Maia per questa e altre splendide navigazioni d'altura.
Ora non resta altro che raccontare i lunghi mesi trascorsi in cantiere a Cagliari per preparare al meglio Maia per questa e altre splendide navigazioni d'altura.
A maggio l'opera viva e la chiglia di Maia sono state completamente riportate rispettivamente a gelcoat e a piombo, così come l'elica, l'asse, i passascafi di tutte le prese a mare, il piede dell'asse e il piede dell'elica di prua sono stati tutti ripuliti completamente e riportati a metallo e, subito dopo, verniciati con primer apposito. Dopo di che, la chiglia e l'opera viva della barca sono state entrambe trattate con ben 5 mani di primer epossidico bicomponente, uno appositamente studiati per il piombo e l'altro per la vetroresina, che fungeva anche da trattamento preventivo contro l'osmosi.
Il problema è stato il caldo estenuante, con temperature che a fine maggio e agli inizi di giugno hanno raggiunto e superato i 40°C...
Risultato: tantissima fatica per dare correttamente - e nei tempi previsti - tutte e 10 le mani di primer epossidico bicomponente e tanto materiale andato inevitabilmente sprecato, proprio a causa del caldo insopportabile, che faceva evaporare in tempi record il catalizzatore, rendendo così il primer inutilizzabile dopo soli 15 minuti.
Una volta finito di dare tutte e 10 le mani di primer epossidico bicomponente (5 sulla chiglia e 5 sull'opera viva) abbiamo dato due mani di antivegetativa a matrice autolevigante e una terza sulla linea di galleggiamento, sulla ruota di prua, sulla chiglia, sullo skeg e sulla pala del timone.
Dulcis in fundo, abbiamo lucidato entrambe le fiancate della barca e montato tutti gli zinchi nuovi.
La barca dopo due mesi e mezzo di cantiere ininterrotti era finalmente pronta per il varo.
Peraltro, durante questi due mesi e mezzo, sono stati eseguiti tutta una serie di lavori in coperta per migliorare la barca e per prepararla alle navigazioni d'altura che si sarebbe di lì a poco apprestata a fare.
Quindi è stato acquistato e montato sullo strallo della trinchetta un tenditore a sgancio rapido della Wichard, sono stati acquistati e montati i nuovi carrelli e le nuove pastecche doppie della Harken per le scotte della trinchetta, sono state rifatte in tessile entrambe le sartie volanti ed è stato infine modificato il musone di prua per far posto alla nuova àncora Rocna da 20 kg, che avrebbe preso il posto della precedente àncora Bruce, sempre da 20 kg, che, invece, sarebbe stata poi posizionata sul pulpito di poppa per essere eventualmente utilizzata come ancora di rispetto.
Le vele sono state lavate e fatte controllare dal velaio che ha anche confezionato il nuovo tendalino per proteggersi dal sole in rada, due nuove maniche a vento, per rinfrescare le cabine nei giorni più afosi, tre nuovi teli anti rollio, un nuovo copri randa e nuovi copri winch.
Una menzione a parte la merita su tutti una persona a me molto cara, un grande amico, al quale sono legato da un'amicizia fraterna, un uomo davvero speciale, con un cuore immenso...Roberto da Quartu Sant'Elena, proprietario della Pizzeria il Naviglio, il più grande pizzaiolo della Sardegna...ci siamo salutati prima della partenza, l'ho salutato sapendolo felice, all'inizio di una grandissima storia d'amore con una persona altrettanto splendida, Katia, con una piscina in costruzione e un giardino da ripensare...era solo un arrivederci amico mio, a presto, un abbraccio forte!
Una menzione a parte la merita su tutti una persona a me molto cara, un grande amico, al quale sono legato da un'amicizia fraterna, un uomo davvero speciale, con un cuore immenso...Roberto da Quartu Sant'Elena, proprietario della Pizzeria il Naviglio, il più grande pizzaiolo della Sardegna...ci siamo salutati prima della partenza, l'ho salutato sapendolo felice, all'inizio di una grandissima storia d'amore con una persona altrettanto splendida, Katia, con una piscina in costruzione e un giardino da ripensare...era solo un arrivederci amico mio, a presto, un abbraccio forte!
Roberto...DJ incasinantato...un uomo con un cuore più grande dell'isola dove vive...il più grande pizzaiolo della Sardegna! |
Costa in versione "marziano" da cantiere.... |
Il momento tanto atteso del varo... |
Finalmente la chiglia di Maia tocca l'acqua salata... |
...è fatta, siamo in acqua... |